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Castelnuovo si trova sopra una collina (m. 274 s.l.m.), fra il fiume Bidente e il torrente Voltre. Nell’alto Medioevo ebbe importanza maggiore dei castelli limitrofi e della stessa Meldola. Storicamente, la memoria della località appare per la prima volta in un documento del 915 che tratta di due fondi posti “in territorio populiensi in Castronovo”, mentre il primo cenno storico della pieve appare in un documento del 943.

Il suo territorio era molto vasto. Impossibile dare i nomi di tutti i fondi di cui era composto; ne scegliamo alcuni, tolti da documenti antichi o dai notai bertinoresi e meldolesi: Francolino (ricordato nel 1119, ancora esistente), Feletto, Mondastrino, Campalbino, Valle de cartonibus, della Zacharella, la Fiumana, le Fontanelle, delle Orse, Montis favalis iuxta rivum favale, Magalotta, Mairoli, delle Budrie, de li Ronchi, Saragoni, castri Roberti, ortalis, i Sassi, Lugareto, Mulano, la Fiumana o la Costa, de la Berarda, Peradello, de la Rimbocca.

È anche documentato che all’inizio del X secolo il Castrum apparteneva ai Calboli, dai quali passò a Lamberto, signore di Castrocaro e quindi alla Chiesa. Castelnuovo si resse a comune probabilmente ancor prima di Meldola. Il 22 agosto del 1025 il castello ospitava nello stesso tempo l’arcivescovo di Ravenna Eriberto e due vescovi, Paolo di Imola e Leone di Cervia: ciò indica che il castello doveva essere tenuto in considerazione. Del resto, se nel 1207 faceva guerra al vicino castello di Bagnolo e resisteva alle pretese del conte Uberto e degli arcivescovi, si può pensare che i suoi abitanti fossero retti da una guida da loro liberamente scelta.

Ottone IV concedeva alla Chiesa ravennate del 30 ottobre 1209 “Castrum Novum com curte et pertinentiis suis”. Conquistato successivamente dai Faentini e dai Cesenati, tornò quindi ai Calboli, per passare via via agli Ordelaffi, ai Malatesta di Giaggiolo e alla stessa Caterina Sforza. Di una di queste molteplici lotte fu protagonista anche Federico II, che il 29 ottobre del 1221 intervenne, intimando alla comunità di Castelnuovo di dare esecuzione alla permuta già varie volte rammentata e il 5 dicembre insiste che si giuri fedeltà al conte Uberto, ma forse solo il 19 ottobre del 1223 il conte ne prese possesso. Il castello fu poi comprato dall’arcivescovo di Ravenna il 1° ottobre del 1234. Nel 1275 venne occupato dai Forlivesi. Qualcuno sostiene che Castelnuovo sia il luogo dove accadde il celebre episodio di Paolo e Francesca.

Rioccupata Forlì dagli Ordelaffi, il 10 marzo del 1316, “l’esercito forlivese si accostò a Castelnuovo e lo attaccò ripetutamente espugnandolo. In data 3 gennaio 1330, il papa ordinava di consegnare la località, con altri castelli della diocesi di Forlimpopoli, a Ruggero di Dovadola. Ma nel febbraio del 1350 Ludovico Ordelaffi riconquistò Castelnuovo.

Il nuovo papa Innocenzo VI, nel 1362 riconquistò la località per la chiesa ravennate. Nella celebre “Descriptio Romandiolae”, del 1371, si legge che il podestà di Meldola amministrava la giustizia anche nel comune di Castelnuovo tramite un vicario o luogotenente. E vi si parla anche del castello, in cui c’è un fortilizio, ossia rocca, la cui custodia era affidata dall’arcivescovo di Ravenna a un castellano con cinque dipendenti.

Bonifacio IX con bolla del 26 gennaio 1399 confermò Castelnuovo con altri castelli, in vicariato, ai Malatesta; la cosa vemne rinnovata in data 13 giugno 1415 da Gregorio XII, con una nuova concessione di 10 anni. Nel 1439 durante l’assedio di Meldola da parte del condottiero Nicolò Piccinino per conto di Filippo M. Visconti, fu pure occupato Castelnuovo, che capitolò il 14 marzo 1440, per ritornare però di li a poco a Novello Malatesta, passato nel frattempo dalla parte del duca di Milano.

caterinasforza

Il 18 luglio 1454 ricevette la nomina a signore di Castelnuovo Gottifredo d’Iseo e la sua famiglia manterrà il possesso di Castelnuovo per qualche secolo. Paolo II confermò la nomina con breve del 21 gennaio 1465. Gli sarà tolto da Guido Guerra, ma per poco, nel 1494, poiché il 18 novembre 1495 Caterina Sforza se ne impossessò. Ma pochi giorni dopo vennero mobilitati per conquistare Castelnuovo e strapparlo alle truppe di Caterina Sforza, 800 Stradioti assoldati dalla Repubblica veneta e capitanati da un certo Giacomazzo che, partiti da Ravenna, presero Castelnuovo senza combattere.
La Signoria veneta non rimise Castelnuovo nelle mani dei d’Iseo, come sarebbe stato legittimo, ma, data la sua importanza, preferì governarlo direttamente sino al 1509.
Nel giugno del 1502 “travestito da contadino”, vi era giunto il conte Guidobaldo di Montefeltro, duca di Urbino, ricercato a morte dal Valentino.

(Tratti dai 2 volumi di Mons. G. Zaccaria, Storia di Meldola e del suo territorio, a cura della Pro Loco “Città di Meldola”, 1974, pp. 337-344, con qualche necessaria sintesi).